venerdì 17 gennaio 2014



Quel che resta del giorno, Kazuo Ishiguro, Einaudi, 1989, pp.294
Era da un po' di tempo che non mi capitava di amare così tanto un libro, da leggerlo d'un fiato, da desiderare di poterlo leggere in ogni attimo libero e, allo stesso tempo, da mancarmi tanto ora che l'ho finito. Mi mancano le atmosfere sospese, il lento scorrere del tempo, la campagna inglese - maggiormente quando piove -, la grande casa silenziosa, Miss Kenton e Mr Stevens, soprattutto Mr Stevens..
Approfittando di pochi giorni liberi, il maggiordomo inglese Stevens compie un viaggio di piacere in Cornovaglia, in parte per conoscere, per la prima volta dopo molti anni, una parte del suo Paese, in parte per incontrare, forse per l'ultima volta, Miss Kenton, sua ex collega di lavoro. Entrambi, infatti, hanno lavorato per molti anni gomito a gomito nella grande casa di Darlington Hall, rispettivamente come maggiordomo e governante, condividendo successi e problemi, piccole gioie e grande dolori.
E' un meraviglioso affresco dell'Inghilterra dagli anni Trenta a metà dei Cinquanta quello che si delinea in questo romanzo, visto dall'occhio privilegiato di un professionista che ha visto sfilare in quella nobile dimora tutte le personalità più rilevanti dell'epoca.
Mr Stevens, durante questo viaggio, ha per la prima volta il tempo di riflettere sulla sua vita e di ripercorrerne alcune tappe; ogni ricordo è un tassello che ci aiuta a ricostruire la personalità di quest'uomo integerrimo, rigido, scrupoloso, attento, completamente dedito ad ogni aspetto della sua professione.  
Trovo il libro notevole anche per il linguaggio, ricercato, elegante, misurato e cortese, a tratti persino ironico; sembra infatti di fare una lunga, garbata e piacevole conversazione con Mr Stevens.
Nonostante sia ormai sicura del fatto che nulla avvenga per caso e che in genere ci sia un motivo per il quale accada di legger un certo libro anziché un altro, quando, verso la fine, mi sono imbattuta in questa considerazioni di Miss Kenton:
"Dopotutto ormai non si può più mettere indietro l'orologio. Non si può stare perennemente a pensare a quel che avrebbe potuto essere. Ci si deve convincere che la nostra vita è altrettanto buona, forse addirittura migliore, di quella delle maggior parte delle persone, e di questo si deve essere grati. "
Ecco, quando ho letto queste frasi, in quell'attimo preciso, sono stata certa che fossero state scritte per me, e che avrei dovuto leggerle proprio ora, in questa fase precisa della mia vita. Ecco, leggere per me è anche questo, qualcosa che ha a che fare con la magia.  



2 commenti:

  1. Complimenti per la tua recensione, che mi sento sostanzialmente di condividere, anche se non raggiungo il tuo livello di entusiasmo per questo libro.
    L'autore riesce veramente a darci la sensazione di entrare in un tipo di società che certamente non fa parte nella nostra esperienza di vita e a farci vedere come durante il suo viaggio Mr Stevens riesce sempre più a conoscere se stesso e a mostrare al lettore quelle che forse sono le sue ambiguità. Come ben sottolinei, come lui e Miss Kenton forse anche noi possiamo smettere di rimpiangere ciò che è stato o non è stato e riprendere a guardare avanti.

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    1. Grazie! Per il commento e per aver letto quello che ho scritto. Ho visto solo ora il commento, a quasi un anno di distanza, in pratica ti sto scrivendo dal futuro. Se vorrai ci potremo incontrare ancora nel mio nuovo blog
      www.lacasavicinoaltreno.blogspot.com
      Ci conto, ti aspetto!

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