martedì 25 settembre 2012

LA VITA MATRIMONIALE DI MISS BUNCLE- STEVENSON

Dorothy Emily Stevenson, La vita matrimoniale di Miss Buncle, 1936, Astoria, pp.304

Se fossi un personaggio letterario vorrei essere senza dubbio Barbara Buncle.
Vorrei vivere a Wandlebury, nella campagna inglese, non lontano da Londra con il mio recente marito, che sarebbe anche il mio editore. Vorrei aver già scritto - a 33 anni - due libri di grande successo, anche se per questo fossi stata costretta ad abbandonare la cittadina dove vivevo prima per sfuggire all'ira dei miei concittadini, trovatisi ritratti, loro malgrado, nei miei libri.
(Queste vicende sono narrate nel primo libro su Miss Buncle, mia seconda recensione).
Ma sopratutto mi piacerebbe che si pensasse così di me: "...di sicuro aveva lo straordinario potere di entrare sotto la pelle delle persone. Senza esserne consapevole, riusciva a riassumere qualcuno o qualcosa in pochi minuti. Le persone si ritrovavano nude davanti a lei."
Mi piacerebbe avere il suo appetito e la sua ottima digestione, che le fanno divorare montagne di focaccine col the. Mi piace che Barbara pensi di se stessa di dover ancora crescere, di avere idee bizzarre e - pur avendo scritto due libri- di essere totalmente priva di immaginazione.
Prende la vita come un gioco, sentendosi ancora una bambina timida e goffa, sopraffatta dall'imbarazzo quando deve parlare in pubblico. "...aveva ancora paura delle persone "brillanti", oltre che dei tuoni, dei cani di una certa mole e del dentista, e aveva ancora lo stesso coraggio nell'affrontare le proprie paure senza emettere il minimo suono.". Ama il gelato, i dolci, uscire quando le stelle brillano e andare a letto tardi, e fare colazione a letto. "Si era convinta che, un giorno o l'altro, qualcuno avrebbe scoperto che era un'imbrogliona nel mondo degli adulti". E' insomma sempre se stessa, Barbara Buncle, con i pregi e i difetti che questo comporta, sempre se stessa, a volte ignorata ed altre follemente amata.
Ho adorato anche questo secondo romanzo, anche se qui la storia è meno avventurosa, con meno accadimenti e meno colpi di scena, ma l'autrice scende più in profondità  nell'animo dei suoi personaggi principali tanto che ci sembra di conoscerli da sempre.
Commedia delicata ed arguta, rilassante e divertente. Al profumo di erbe aromatiche quando ha appena smesso di piovere. 

KITCHEN CHINESE- MAH

Ann Mah, Kitchen Chinese, 66thand2nd, 2010, pp.416

Un pò libro di viaggi, un pò itinerario gastronomico, un pò autobiografia, tanto romanzo: tutto questo troverete nell'opera d'esordio della giornalista, poi critico gastronomico, Ann Mah. L'autrice, infatti, prende spunto dalla sua vicenda personale  di americana di origini cinesi, che da New York si trasferisce a Pechino, lasciando lavoro e fidanzato,  e iniziando - a tutti gli effetti- una nuova vita. Sembra quasi di esserci stati in Cina, dopo aver letto le avventure di Isabelle Lee, che trasferitasi a casa della sorella Claire, avvocato di successo, trova un impiego come giornalista specializzata in gastronomia cinese in un giornale per immigrati.
In una Pechino grigia per l'inquinamento ed in piena espansione edilizia, tra amici e colleghi cinesi ma anche americani, Isabelle riuscirà a trovare il "suo" posto nel mondo, realizzandosi professionalmente e trovando, forse, anche l'amore...
Ann Mah affronta con delicatezza il tema dell'identità culturale; Isabelle, in quanto immigrata di seconda generazione, si sente americana a tutti gli effetti e non ha mai avuto alcun legame con il Paese dei suoi genitori ma si ritrova in una città dove tutti la prendono per cinese e si stupiscono del suo linguaggio zoppicante, non riuscendo a comprendere come possa essere lei la straniera e non la sua biondissima amica Geraldine che, dopo tanti anni in Cina, parla e si muove molto meglio di lei.
Il tono del romanzo si mantiene però gradevolmente leggero, facendoci divertire molto e permettendoci di identificarci nelle avventure di questa trentenne e nelle sue numerose "gaffes"..
Devo ammettere la mia completa ignoranza del mondo e della letteratura cinese che, inizialmente,  mi avevano un pò frenato nei confronti di questo notevole romanzo; ho dovuto ricredermi completamente e se potessi farei subito un viaggio in quei posti antichi e modernissimi insieme.

martedì 18 settembre 2012

G. STILTON- VIAGGIO NEL TEMPO 2

Geronimo Stilton, Viaggio nel tempo- 2, Piemme, pp.372

Forse qualche bambino potrebbe scoraggiarsi guardando l'imponente mole dei "Grandi libri" di Geronimo Stilton ( cui appartengono tutti e tre i suoi libri qui recensiti).
Non lasciatevi ingannare: ci sono moltissime illustrazioni, schede di approfondimento, vignette e - in questo libro in particolare- anche ben otto pagine piene di adesivi, oltre ad un "quaderno di viaggio" di 40 pp., pensato come promemoria di tutti gli argomenti trattati, colmo di giochi, costumi, ricette...
La particolarità di questi viaggi consiste nel fatto che Stilton non affronta un unico argomento storico per libro ma tre alla volta; in questo viaggio andrà nell'antica Roma, al tempo dei Maya e, infine, a Versailles al tempo del Re Sole. Vivrà moltoplici avventure e dovrà, tra l'altro, fare una gara con le bighe, giocare a pok- a tok e risolvere un mistero.
Pietro l'ha divorato in pochi giorni, penso proprio che mi toccherà regalargliene altri. 
PIETRO DICE: Questo libro ti fa imparare la storia in modo divertente!

G. STILTON- LA GRANDE INVASIONE DI TOPAZIA

Geronimo Stilton, La grande invasione di Topazia, Piemme, pp.320

E' un vero libro d'avventura questo di colui che è diventato uno degli autori preferiti da Pietro.
Geronimo dovrà liberare Topazia dai terribili gatti pirati, formando il C.O.D.A. ( comitato operativo difesa antigatto) insieme ai suoi amici Iena, Tea e il prof. Amperio Volt.
Sarà una dura lotta uno accanto all'altro e, oltre ad emozionarsi parteggiando per i topi, ci si divertirà parecchio, soprattutto quando la famiglia Squitt e i topini della scuola si alleeranno contro i gatti lanciando bucce di banana e pezzi di grana con le cerbottane. Alla fine del libro si trova il "Diario di Oscar Tortuga", ricco di splendide illustrazioni, tra cui sezioni del galeone, piantine di altre navi, dettagliate "fotografie" dell'interno della nave e della ciurma, mappe nautiche.
PIETRO DICE: Questo libro è molto eccitante ed entusiasmante.

G. STILTON- SETTIMO VIAGGIO NEL REGNO DELLA FANTASIA

Geronimo Stilton, Settimo viaggio nel regno della fantasia, Piemme, pp.319

Si possono tranquillamente leggere uno indipendentemente dall'altro, questi primi sette romanzi della serie "Viaggio nella fantasia". In questo viaggio - il primo letto da Pietro- Geronimo Stilton incontra sette regni diversi, ciascuno dei quali nasconde un talismano da conquistare. Come in tutte le avventure che si rispettano ci saranno delle prove da superare: la fame ela sete, il caldo e il freddo...
Contro Geronimo si scaglierà il potentissimo e malvagio mago della perla nera, mentre in suo aiuto ci sarà il paguro Gronghio de' Gronghis.
PIETRO DICE: Superdivertente!

martedì 11 settembre 2012

LA BIO-MOGLIE , VIEWEGH

Michal Viewegh, La bio-moglie, Atmosphere, 2010, pp.174

E' divertimento allo stato puro questo snello romanzo di uno dei più conosciuti autori cechi contemporanei.
Vi viene rappresentato il complesso rapporto tra uomo e donna, o meglio, tra marito e moglie, che risultano contrapposti in tutto: sogni, bisogni, aspirazioni...
Narratrice in prima persona- e qui sta il colpo di genio dell'autore- è la "levatrice", ostetrica che aiuta Hedvika  a partorire, diventando per lei amica e figura di riferimento, tanto da trasferirsi a casa della coppia, alterando per sempre l'equilibrio tra i due.
Mojmir è uno scrittore di successo, affascinante e donnaiolo quando conosce Hedvika, bella e timida bibliotecaria, e se ne innamora subito. Dopo il matrimonio però lei comincia  a interessarsi di bio-architettura, prima, e di giardinaggio biologico poi, iniziando così ad allontanarsi dal marito. Le cose precipitano poi con la nascita delle due figlie. Le energie di Hedvika vengono completamente assorbite dalla partecipazione ad un corso per levatrici, uno per assistente all'allattamento, fino a fondare la "Casa delle mamme". Intanto Mojmir si allontanerà sempre di più, tradendola ma esibendosi anche in patetiche richieste di attenzioni. Il tutto infarcito da suggerimenti per una vita più naturale, situazioni esilaranti e battute al vetriolo- fantastiche quelle tra Mojmir e la levatrice. A mio avviso vengono equamente presi in giro sia il punto di vista maschile con le sue pretese di attenzione e di dedizione assoluta cui risponde con fughe  e tradimenti, sia quello femminile, con la sua inesauribile energia sempre rivolta a nuove avventure  che la portano però a dimenticare il punto di partenza, ovvero il suo matrimonio.
Lettura intelligente e piacevole, ha solo un difetto: finisce troppo presto!

mercoledì 5 settembre 2012

IL TIZIO DELLA TOMBA ACCANTO- MAZETTI

Katarina Mazetti, Il tizio della tomba accanto, Elliot, pp.240

Se volessimo riassumere in un'unica frase questo delizioso romanzo potremmo scrivere: Incontro d'amore tra due mondi opposti. Siamo in Svezia, all'inizio dell'autunno. In un cimitero si incontrano la trentacinquenne Desireé, bibliotecaria bionda e minuta, da poco vedova,e Benny, allevatore, ragazzone grande e grosso, intento ad occuparsi della tomba dei genitori. Sarà antipatia a prima vista, ma anche curiosità e, quando uno dei due prenderà l'iniziativa sarà come il precipitare di due sfere lungo piani inclinati convergenti, fino ad un inevitabile scontro. Sarà anche l'incontro di due solitudini ma perfettamente e inaspettatamente compatibili.
Si sorride e ci si diverte di fronte ai loro fulminanti scambi di battute e davanti alle loro reciproche iniziative per sorprendersi a vicenda.
Katarina Mazetti crea davanti ai nostri occhi personaggi veri, ciascuno con i propri difetti, le proprie paure e debolezze, ma anche pieni di coraggio, di voglia di vivere e di amare. Non è facile amare, ci dice la Mazetti, non lo è mai, e se si ha la fortuna di trovare una persona stupendamente opposta a noi, così diversa da attrarci e incuriosirci- che noi quelli uguali!- è inevitabile dover scendere a qualche compromesso.
Poesie del quotidiano, semplici ma profonde, introducono i capitoli dove è Lei la voce narrante, che si alternano a quelli dove Lui racconta la sua versione dei fatti, in un palleggio che di capitolo in capitolo ci farà conoscere meglio "l'altra metà del cielo".
Originale, ironico, poetico, divertente:  bello, bello, bello!

lunedì 3 settembre 2012

LA FATTORIA DELLA MAGRE CONSOLAZIONI- GIBBONS

Stella Gibbons, La fattoria delle magre consolazioni, Astoria, 1932, pp.287

Mi aspettavo di più da questo libro scritto nel 1932 dalla giornalista inglese Stella Gibbons, presentato come " uno dei romanzi più divertenti mai scritti". Flora Poste, giovane londinese di buona famiglia, dopo essere rimasta orfana decide,  non avendo la possibilità di mantenersi da sola, di andare a vivere da alcuni lontani parenti, proprietari di una fattoria nel Sussex. Troverà una situazione disastrosa, sia per quanto riguarda la fattoria, sporca e in rovina, sia riguardo ai suoi parenti, scontrosi, maleducati e anche- alcuni - affetti da turbe psichiche. La signorina Poste, sempre impeccabilmente abbigliata di verde  e senza un capello fuori posto, si prende la briga di raddrizzare tutto, uomini e oggetti, e ci riuscirà alla perfezione.
Certo a tratti ci si diverte, anche perchè l'autrice ridicolizza alcune mode nascenti all'epoca, dalla psicoanalisi allo star-system hollywoodiano ma per me un romanzo deve essere prima di tutto credibile. Questo non lo è dall'inizio: la decisione di Flora di andare dai Desoladder, avendo altre alternative sicuramente preferibili è inspiegabile e la facilità con cui tutti - prima o dopo- si adattano ai suoi suggerimenti, persino la vecchia zia Ada, da anni rinchiusa nella sua stanza, convinta con una chiacchierata e la promessa di un viaggio a Parigi, lo è altrettanto. Ops, ho svelato il finale...
 Lettura nel complesso piacevole e scorrevole, adatta a qualche giornata in spiaggia, come ho fatto io. Resoconto della mia indagine sulle letture al mare ( come avevo promesso): nella spiaggia da me frequentata, nel ponente ligure, veniva proposto uno scambio di libri, ovvero portandone uno si aveva il diritto di prenderne in prestito altri e di consigliare i futuri lettori. Iniziativa bellissima, mi si è allargato il cuore, anche se confesso di non aver avuto il coraggio di lasciare nessuno dei miei libri, ci sono morbosamente attaccata...Viva il lido Foce!!!
  

MEMORIE DI UN VECCHIO GIARDINIERE- ARKELL

Reginald Arkell, Memorie di un vecchio giardiniere, Elliot, 2011, pp.174

Non potevo resistere ad un titolo che evocava nella mia memoria dimore inglesi di campagna, roseti, freschi ruscelli e apple-pie. In realtà questo romanzo consiste- più concretamente- nella biografia immaginaria di Herbert Pinnegar, abbandonato in fasce davanti alla casa del bovaro, bambino fragile e svantaggiato per una gamba più corta dell'altra che diventerà, grazie alla tenacia e agli incontri giusti, capo giardiniere della villa della signora Charteris e giudice nelle competizioni floreali della Contea, raggiungendo livelli impensabili per una persona della sua condizione, nella prima metà dell'Ottocento. Sarà rispettato da tutti il "Vecchio Gramigna", che in ottant'anni di vita sentirà gli echi della Storia vivendo però sempre al riparo del "suo" giardino. Niente fronzoli, niente inutili sentimentalismi ad addolcire la vita solitaria di questo giardiniere che mi ha ricordato "Quel che resta del giorno". Solo la storia di una passione - per i fiori- lunga una vita, una passione che dà senso e spiega una vita, e - attraverso la sue massime- ha molto da insegnare anche a noi sul perseguire con impegno e onestà ciascuno il proprio talento.
Pubblicato per la prima volta in Inghilterra nel 1950, è stato ripubblicato negli USA nel 2003 e finalmante in Italia l'anno scorso.
A questo libro sono affezionata perchè è il primo che ho iniziato a leggere durante un viaggio in auto, dove ho bisogno di distrarmi. Provato per voi: non è vero che fa venire la nausea! Forse ad alcuni, ma non a tutti. A me l'avevano proibito fin da piccola, inculcandomi un terrore tale che non avevo mai trovato il coraggio di provare. Stavolta stavo già male e mi son detta, peggio di così...Invece è andata meglio. Leggere aiuta. Non risolve, ma aiuta. Sempre.