Jeanette Winterson, perchè essere felice quando puoi essere normale?, Mondadori, 2012, pp. 206
Può un libro cambiarti la vita?Secondo l'autrice "..la narrativa e la poesia sono una terapia, una medicina". "I libri per me sono una casa", "...un calore, un focolare. Mi siedo a leggere un libro e avverto una sensazione di tepore." E anche "La scrittura è stata la mia via di fuga." E ancora : "...i libri erano zattere. Nei momenti peggiori, mi reggevo in equilibrio su di un libro e i libri mi portavano in salvo nella bufera di sentimenti che mi lasciavano bagnata fradicia e tremante." A lei l'hanno cambiata davvero, permettendole di lasciare Manchester e la povertà della classe operaia alla quale apparteneva e di andare a Oxford, laurearsi in letteratura e diventare una scrittrice di successo. Queste le gioie. Ma, con lucidità e coraggio, Jeanette Winterson non ci nasconde neppure nessuno dei dolori della sua vita, mettendosi a nudo nella ricostruzione della sua esistenza dall'infanzia ai cinquant'anni, dall'adozione- prima grande ferita della sua esistenza, la "perduta perdita"- fino alla ricerca della madre naturale, in un percorso frammentario, perchè frammentario è il ricordo, difficile e doloroso, ma anche ironico e sempre sorretto dalla speranza. Perchè, come ci dice la Winterson, "finchè viviamo, finchè avremo respiro, abbiamo sempre un'altra oppurtunità".
Alla domanda iniziale non so rispondere. So però che ci sono libri che più di altri hanno la capacità di metterti di fronte a te stesso facendoti rivivere eventi e sentimenti che pensavi di aver spazzato ben bene sotto al tappeto, ed è come guardarsi in uno specchio: fa paura ma non siamo soli, qualcuno prima di noi ha già vissuto tutto questo ed è sopravvissuto. Forse vale la pena non scappare più e guardare in faccia i propri demoni: lei ce l'ha fatta, forse possiamo farcela anche noi.
E forse potremo sorridere con lei, alla fine del libro, e guardando la sua foto, idealmente, abbracciarla.