Juan Villoro, Il libro selvaggio, Salani, 2008, pp. 218
E' una dichiarazione d'amore ai libri e alla lettura questo splendido romanzo dello scrittore e giornalista messicano Juan Villoro. Il tredicenne Juan, per l'improvvisa separazione dei genitori, è costretto a trascorrere le vacanze dallo stravagante zio Tito, possessore di un'immensa casa-biblioteca, dove si può camminare per ore, dove per non perdersi è necessario avere con sé una campanella e dove si possono vivere avventure entusiasmanti. Juan scoprirà che i libri si spostano senza essere visti, hanno ognuno un proprio carattere, si cercano il proprio lettore ideale, ciascuno è uno specchio che riflette quello che il lettore pensa...E molto altro. Che saper leggere è un talento. Che i libri vanno condivisi e che i grandi lettori aggiungono qualcosa ai libri che leggono, migliorandoli. Juan sarà impegnato nella ricerca del misterioso "Libro selvaggio", che si farà leggere solo da un lettore speciale. Ma in questa ricerca troverà anche sé stesso e l'amore.Una menzione particolare va alla figura dello zio Tito: personaggio profondo divertentissimo, vera anima del romanzo che beve litri di the alla pipa, cucina ispirandosi ai romanzi e intraprende la relazione col nipote - che non conosce - parlandogli dei suoi difetti. Geniale.
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