Michal Viewegh, La bio-moglie, Atmosphere, 2010, pp.174
E' divertimento allo stato puro questo snello romanzo di uno dei più conosciuti autori cechi contemporanei.Vi viene rappresentato il complesso rapporto tra uomo e donna, o meglio, tra marito e moglie, che risultano contrapposti in tutto: sogni, bisogni, aspirazioni...
Narratrice in prima persona- e qui sta il colpo di genio dell'autore- è la "levatrice", ostetrica che aiuta Hedvika a partorire, diventando per lei amica e figura di riferimento, tanto da trasferirsi a casa della coppia, alterando per sempre l'equilibrio tra i due.
Mojmir è uno scrittore di successo, affascinante e donnaiolo quando conosce Hedvika, bella e timida bibliotecaria, e se ne innamora subito. Dopo il matrimonio però lei comincia a interessarsi di bio-architettura, prima, e di giardinaggio biologico poi, iniziando così ad allontanarsi dal marito. Le cose precipitano poi con la nascita delle due figlie. Le energie di Hedvika vengono completamente assorbite dalla partecipazione ad un corso per levatrici, uno per assistente all'allattamento, fino a fondare la "Casa delle mamme". Intanto Mojmir si allontanerà sempre di più, tradendola ma esibendosi anche in patetiche richieste di attenzioni. Il tutto infarcito da suggerimenti per una vita più naturale, situazioni esilaranti e battute al vetriolo- fantastiche quelle tra Mojmir e la levatrice. A mio avviso vengono equamente presi in giro sia il punto di vista maschile con le sue pretese di attenzione e di dedizione assoluta cui risponde con fughe e tradimenti, sia quello femminile, con la sua inesauribile energia sempre rivolta a nuove avventure che la portano però a dimenticare il punto di partenza, ovvero il suo matrimonio.
Lettura intelligente e piacevole, ha solo un difetto: finisce troppo presto!
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