lunedì 3 settembre 2012

MEMORIE DI UN VECCHIO GIARDINIERE- ARKELL

Reginald Arkell, Memorie di un vecchio giardiniere, Elliot, 2011, pp.174

Non potevo resistere ad un titolo che evocava nella mia memoria dimore inglesi di campagna, roseti, freschi ruscelli e apple-pie. In realtà questo romanzo consiste- più concretamente- nella biografia immaginaria di Herbert Pinnegar, abbandonato in fasce davanti alla casa del bovaro, bambino fragile e svantaggiato per una gamba più corta dell'altra che diventerà, grazie alla tenacia e agli incontri giusti, capo giardiniere della villa della signora Charteris e giudice nelle competizioni floreali della Contea, raggiungendo livelli impensabili per una persona della sua condizione, nella prima metà dell'Ottocento. Sarà rispettato da tutti il "Vecchio Gramigna", che in ottant'anni di vita sentirà gli echi della Storia vivendo però sempre al riparo del "suo" giardino. Niente fronzoli, niente inutili sentimentalismi ad addolcire la vita solitaria di questo giardiniere che mi ha ricordato "Quel che resta del giorno". Solo la storia di una passione - per i fiori- lunga una vita, una passione che dà senso e spiega una vita, e - attraverso la sue massime- ha molto da insegnare anche a noi sul perseguire con impegno e onestà ciascuno il proprio talento.
Pubblicato per la prima volta in Inghilterra nel 1950, è stato ripubblicato negli USA nel 2003 e finalmante in Italia l'anno scorso.
A questo libro sono affezionata perchè è il primo che ho iniziato a leggere durante un viaggio in auto, dove ho bisogno di distrarmi. Provato per voi: non è vero che fa venire la nausea! Forse ad alcuni, ma non a tutti. A me l'avevano proibito fin da piccola, inculcandomi un terrore tale che non avevo mai trovato il coraggio di provare. Stavolta stavo già male e mi son detta, peggio di così...Invece è andata meglio. Leggere aiuta. Non risolve, ma aiuta. Sempre.

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