Isabel Allende, Il quaderno di Maya, Feltrinelli, 2011, pp.398
Devo subito confessare la mia passione per la letteratura sudamericana e per questo mi piace inaugurare questo mio blog con l'ultimo romanzo di Isabel Allende. Questo romanzo è concepito come il diario della diciannovenne Maya Vidal, che si racconta in prima persona nel suo viaggio da San Francisco fino ad un'isoletta sperduta nel sud del Cile, dove la manda la sua originale e carismatica nonna cilena per proteggerla dai "fantasmi" della sua vita precedente. Attraverso le pagine del "quaderno" impareremo a conoscere questa giovane donna e i bizzarri abitanti dell'isola, a cominciare dal misterioso Manuel che la ospita. Impareremo anche ad amare il paesaggio cileno e la forza della sua natura che, senza fretta, porteranno calma e gioia nel cuore distrutto di Maya, facendola rinascere alla vita, aprendola all'amicizia e alla solidarietà e facendole anche incontrare l'amore. Parallelamente al racconto di Chiloè, Maya ci racconta della sua vita precedente, della sua magica infanzia e del bellissimo rapporto con gli amati nonni, cui segue l'immenso e improvviso dolore per la perdita del nonno astronomo, l'amato "Popo", che le fa perdere ogni punto di riferimento, facendola precipitare sempre più in basso. Dal bullismo all'alcool, dalle comunità di recupero fino ai terribili mesi di Las Vegas, Maya non ci nasconde nulla e si mette completamente a nudo.Sarà l'amore della coraggiosa nonna Nini a ripescarla dall'abisso, farla disintossicare e spedirla in Cile, al sicuro.C'è tutto in questo romanzo della Allende: amicizie fortissime, verità nascoste, l'amore in tutte le sue declinazioni, la storia recente del Cile con riferimenti al golpe militare del '74 e anche tanta ironia, che ci porta spesso a sorridere, dopo esserci commossi. Tutto quello che dovrebbe esserci in un grande romanzo.
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